Moulin d’Arlaz Vedi in mappa

Coordinate

Latitudine: 45.701401

Longitudine: 7.697873

Moulin d’Arlaz

L’immobile fu edificato da privati probabilmente nei primi anni del 1800 per essere utilizzato dagli abitanti dei villaggi limitrofi.
Alcuni elementi costruttivi come il fissaggio della struttura di copertura secondaria e quelle principali attraverso pioli in legno (sia sul colmo sia sui dormienti) fanno intuire che la costruzione risalga all’inizio del 1800.
In effetti successivamente a questo periodo in Valle d’Aosta si fece largo impiego di chiodature in ferro.
Gran parte delle strutture lignee mobili che permettevano al mulino di funzionare, nel corso degli anni erano state trafugate e ovviamente non più rintracciabili.
Rimaneva all’interno del fabbricato, in posizione simile a quella originaria, solamente una grande macina in pietra con il suo albero ligneo che risultava fortunatamente ancora integro e recuperabile.
L’amministrazione Comunale credette fortemente nel recupero ed nella successiva conservazione di questa struttura, perché significativa ed interessante per la testimonianza di vita, di tecnologia e di cultura contadina che essa rappresenta.
Il fabbricato sta testimoniando il passato attraverso le iniziative correlate che permettono il suo utilizzo da parte della popolazione e attraverso le iniziative di interesse turistico.
Da notare che sulla facciata è stato ripristinato il dipinto raffigurante Sant’Eusebio (Santo del quale prese in passato, il nome del quartiere di Montjovet nel quale territorialmente è ubicato il Mulino) e nell’angolo del fabbricato, appoggiato al muro, una macina della quale a suo tempo uno scalpellino aveva iniziato la lavorazione.
In riferimento a questo mulino, il nostro pensiero ci trasporta nel mondo delle antiche leggende ispirate al luogo, un piccolo velo di mistero che abbraccia l’intero fabbricato.
Quando la notte si fa più intensa, buia e silenziosa, l’interno del vecchio mulino si illumina di una leggera e fioca luce derivante da una lanterna.
Coloro che hanno il coraggio di avvicinarsi alla costruzione possono sentire il rumore delle macine in funzione e intravedere tra le ombre spettrali della notte, il fantasma del mugnaio al lavoro.